Quando l’addestramento delle forze di polizia sbatte contro la realtà, parte 1.

Di Biagio De Santis

Secondo statistiche condotte dal L.E.O.K.A. (Law Enforcement Officers Killed and Assault)

programma dell’F.B.I. destinato alle statistiche degli agenti delle forze di polizia uccisi e aggrediti mostra una sempre maggior evoluzione e differenzazione di tali crimini e fa ricerca anche sulla velocità e biomeccanica delle aggressioni. Gli studi annuali delle forze dell’ordine uccisi e aggrediti (LEOKA) , forniscono dati e informazioni di cui gli istruttori devono tenere conto durante gli addestramenti sia teorici che pratici, sia tecnici che tattici.

In primo luogo, gli attacchi armati e non, possono verificarsi senza preavviso ed essere estremamente veloci. Nella stragrande maggioranza degli agenti vittime di aggressioni con armi da fuoco, gli agenti non riuscivano o non volevano estrarre le pistole, per non parlare di rispondere al fuoco. Questi scontri si sono verificati a distanza estremamente ravvicinata e spesso gli agenti venivano colpiti con precisione alla testa e al collo. Nb. Negli USA ci sono pene severissime per chi uccide un poliziotto, anche la pena di morte, ma spesso non scoraggia, anzi per chi ha già una condanna pesante non è un vero deterrente, anzi il fatto di sapere che se verranno arrestati li porterà al patibolo li spinge ancor di più a fare qualunque cosa pur di non farsi arrestare. Sebbene l’Italia non sia in queste condizioni di crimine diffuso e le pene spesso diventano ridicole, dobbiamo però tenere conto delle esperienze americane sia perché il crimine si evolve e muta anche da noi, sia per l’arrivo di criminali da nazioni estere che possono contare sul facile anonimato che multi identità con cui sfuggire alla legge. Senza contare il sempre maggior aumento di giovani criminali (e non solo loro) che emulano crimini dai film, telefilm, videogiochi e addirittura da telenovelas su spietati killer, serial killer, mafiosi, ecc e tendono a imitarli anche nelle tecniche di tiro e combattimento, così come nelle tattiche criminali e atti spietati.

O che se ne dica se si vuole che le armi siano realmente efficaci e non solo unaaspettativa fortuita occorrono sia precisione che accuratezza. Ma con pochi neuroni e/o danneggiati è ancora più difficile.

Nelle statistiche del LEOKA risulta che sempre più spesso gli assalitori mirano istintivamente alla testa degli agenti, ma a differenza del pugilato o delle arti marziali non si allenano i poliziotti a spostare velocemente la testa dalla linea di tiro. Nb. Negli USA praticamente tutti gli agenti in divisa indossano giubbotti antiproiettile sotto camicia, quindi i criminali che lo sanno sono coscienti che mirare al corpo serve poco o a nulla. In Italia però sono pochissimi gli agenti che li indossano, mentre sono in discreto numero coloro che li indossano esternamente, ma solo per compiti più rischiosi. Proprio per questo negli USA si fanno indossare GAP sotto camicia, per ridurre questo fenomeno. Le moderne tecniche di addestramento devono quindi includere anche tecniche evasive e nuove tattiche preventive.

Stando a testimonianze e a innumerevoli filmati, le velocità di sparo dei criminali contro gli agenti è notevolmente aumentata negli anni. Addirittura 0,25” di secondo, ovviamente non sto parlando di duelli in stile western ma ad esempio di criminali che hanno la pistola già a portata di mano ad esempio in un controllo auto, oppure durante un avvicinamento a piedi a chi ha le mani in tasca. Nb. Il record sportivo convalidato di estrazione rapida di una pistola da fondina è di 0,25” di secondo, ma se il criminale ha già la pistola in mano può essere così veloce. Inoltre se l’arma è piccola e leggera per un miglior occultamento sarà più facile da estrarre e veloce da puntare per sparare di un’arma più grande come una pistola d’ordinanza. C’è anche da dire che i criminali americani sono ben più preparati e addestrati dai nostri, sia per tradizione popolare, familiare sono solitamente conoscitori di armi, per esperienze militari che per facilità di farsi formare da altri criminali. Insomma sono una specie di super criminali in confronto ai nostri standard.

Di seguito bersagli virtuali della Gebim srl, tempi ottenuti partendo da pistola in fondina e senza colpo in canna. Arma utilizzata Glock 17 (vera) con canna laser e sistema di scarrellamento a C02, fondina Ghost International. Questi sono risultati reali nelle prime prove prima dell’addestramento.

Una vista dalla regia del direttore di tiro con sistema Gebim, ovvimente si insegna agli agenti il tiro a veicoli solo dopo che questi abbiano ottenuto risultati adeguati, risultati normalmente preclusi in poligoni di tiro tradizionali. Questi sistemi possono portare anche ad una ottimizzazione del sistema neurale destinato al tiro operativo.

Secondo i report del LEOKA, negli ultimi 10 anni oltre il 60% dei colpi mortali ha colpito gli agenti alla testa o al collo. Mentre alcuni di questi agenti potrebbero essere stati colpiti per volontà degli aggressori, altri sono stati probabilmente effettuati per l’istinto di puntare a cosa ci fa più paura, quindi ad esempio il volto dell’agente che gli sta urlando di arrendersi o fermarsi. La bocca è nella testa, quindi si è portati a sparare da dove proviene la voce perché istintivamente si identifica anche lei come pericolo o minaccia. Ma ripeto, quando i criminali sanno che l’agente ha il giubbetto antiproiettile e soprattutto quando agiscono in maniera premeditata, se sparano ovviamente mirano dove non c’è protezione balistica!

Un ottimo bersaglio da addestramento, mostra i cpunti che se colpiti possono incapacitare in maniera più efficiente, purtroppo la maggioranza delle protezioni balistiche in dotazione alle ff.aa. ne proteggono solo una minima parte.

In genere l’addestramento delle forze di polizia in quasi tutto il mondo si basa su addestramento statico, da posizione ferma e in piedi. Quando va già bene possono fare l’estrazione da fondina in maniera autonoma. Quindi si abituano ad estrarre e sparare in posizione statica! Ma a differenza dell’Italia quasi tutti fanno fare anche addestramento dinamico, purtroppo salvo rare eccezioni solo poche volte l’anno o una sola. Comunque i posti per potersi allenare a poca spesa a loro non mancano stando anche a leggi e burocrazia che non hanno grossi vincoli per avere poligoni di tiro omologati. Ma nonostante tutto la maggioranza della loro preparazione a spese dell’amministrazione è statica e non dinamica. Perciò se un delinquente si muove rapidamente e istintivamente mirando al volto di un agente, l’agente comunque è portato a reagire come è stato allenato, cioè più frequentemente a rimanere fermo cercando di estrarre l’arma, mettere il colpo in canna, mirare e sparare. In pratica fare ciò a cui sono stati abituati maggiormente. In pratica per 1,5/2” secondi la sua testa rimarrà quasi ferma, mentre il suo corpo e il suo busto lo saranno ancora di più rendendoli tutti dei bersagli ideali per ad esempio: 5/10 colpi di pistola, 20 colpi di mitra, 5 colpi di fucile, 5/6 coltellate, 4 bastonate, ecc. ecc. Certo che nessuno è più veloce di un proiettile ma a star fermi a fare da bersaglio no! Addestrarli a sparare solo da posizione statica tende a mal condizionare gli agenti rimuovendo o riducendo anche l’istinto innato alla autodifesa e/o alla fuga. In pratica li abitua a fare solo una cosa per volta e/o a reagire solo in un modo per volta.

Mentre in realtà è possibile addestrare e allenare a fare più cose contemporaneamente e a reagire in maniera adeguata scegliendo cosa fare meglio in maniera istintiva. Ci sono stati agenti campioni di arti marziali che hanno preso pugni mentre avevano la pistola in mano, corridori agonisti rimanere fermi a sparare mentre venivano investiti da un’auto, ecc. ecc. Sembra una ovvietà ma in questo settore se ne sentono di tutti i colori e non solo. In Italia la solita risposta è che non ci sono i soldi per addestrare bene il personale né ad allenarlo con più frequenza, ma in realtà spesso manca solo la volontà a livello politico (anche locale) e la professionalità da parte della maggioranza degli agenti. In pratica a parte quel 1/4% di appassionati di armi e quel 1/4% di sopravvissuti e/o agenti previdenti, il resto non si allenerebbe mai a sparare salvo che non sia obbligato o se non ci sia ad impaurirli una sparatoria alla settimana sul suo territorio di competenza!

La legge di Hebb: il neuropsicologo Donald Hebb, affermava che le connessioni sinaptiche sono rafforzate quando due o più neuroni vengono attivati ​​in modo contiguo nel tempo e nello spazio. Quando l’attivazione rapidissima della cellula presinaptica è associata all’attività del postsinaptico, avvengono cambiamenti strutturali che favoriscono la comparsa di assiemi o reti neurali. Secondo le neuroscienze queste reti favoriscono anche la plasticità neurale nell’apprendimento.

Il sistema nervoso ha la capacità di modificare la natura e la forza delle sinapsi, cioè le connessioni tra i neuroni che consentono la trasmissione degli impulsi elettrochimici in maniera ottimale.

Da istruttore ho sviluppato meglio tecniche ed esercizi per favorire rapidamente l’auto allenamento per sparare meglio, ma anche per combattere, migliorare riflessi, velocità, resistenza, ecc, ecc. Tecniche che ho ideato per uso personale “visto che non avevo quasi mai il tempo, il luogo o il denaro necessario” ma le ho evolute anche per utilizzo altrui. Queste tecniche si basano innanzitutto sulla motivazione/i, motivazione/i che se l’allievo non ha gliele si deve far nascere con giuste motivazioni dimostrate da fatti, logica e psicologia, senso di responsabilità, professionalità, volontà di sopravvivere, difendere qualcuno o qualcosa, senso della famiglia, guadagno o interessi, ecc. Le tecniche devono essere il più naturali e istintive possibili, per fortuna in questo ci sono delle leggi della biomeccanica e fisiologia che aiutano molto. Usare queste tecniche riduce la necessità di pensare inutilmente a come fare l’addestramento e l’allenamento, anche perché si riallacciano più facilmente a reti neurali pre esistenti insite nella natura umana che nel cervello rettile! Per questo ideai o per meglio dire “costruii” le posizioni di tiro a 2 mani DSP, DSC, ecc. Così come per gli esercizi atti a consentire di estrarre e sparare con la pistola in meno di 1” secondo! In genere 0,65” di secondo se in posizione ottimale anche solo dopo soli 5 minuti di esercizio in bianco e qualche prova.

Ma ci possono essere delle cose che fisicamente possono ridurre i neuroni

  • 1.      Stress: non solo ci crea disagi ma distrugge anche i neuroni, soprattutto se diventa cronico. Inoltre colpisce anche il sistema immunitario.
  • 2. Mancanza di sonno: causa la morte dei neuroni e la diminuzione di alcune parti del cervello, tra cui l’ippocampo. Questo tipo di danno produce, a lungo termine, problemi di memoria e influenzano anche la capacità di concentrazione e quindi di apprendimento. In casi estremi ma ormai sempre più frequenti per certi versi cambia poco dall’essere ubriaco.
  • 3. La monotonia: stili di vita basati sulla monotonia indicano che la varietà di modi in cui i neuroni si connettono tra loro è più limitata, e questo significa che i meno utilizzati finiscono per scomparire. Nb. Le cellule nervose che non possono essere sfruttate scompaiono. Insomma se passi la giornata a vedere la TV in poltrona, a farti le canne, o a chattare al telefono non ti lamentare se poi non sai fare altro…
  • 4. Droghe e alcool, se non conoscete già gli effetti negativi non credo che interessi sapere altro…
  • 5. Uso del tabacco, riduce riflessi, concentrazione, riduce anche i neuroni, ecc.
  • 6. Respirare in ambienti contaminati. Riduzione di ossigeno, metalli nell’aria, ecc riducono le funzioni cerebrali.
  • 7. Disidratazione. Produce cefalea, stanchezza, riduzione funzioni mentali come attenzione, concentrazione, esecuzione di attività anche semplici.
  • 8. Lavorare con malattie o febbre, può portare a effetti come la disidratazione…
  • 9. Mobbing, bullismo e Cyber bullismo, se è pur vero che quello che non ti uccide ti fortifica, però vivere una vita sotto questi influssi in maniera passiva danneggia anche i neuroni.
  • 10. Sindrome da bombardamento o stato di guerra: ho conosciuto persone che hanno vissuto per anni sotto veri bombardamenti eppure sono sani e anche più attivi di altri, mentre ci sono persone colpite da queste sindromi anche solo perché ascoltano i mass media che per vendere più copie o aumentare l’audience devono necessariamente creare sensazionalismo, sorpresa, attesa e tensione.

Nb. Tutte le suddette voci sono concatenate e hanno effetti spesso simili, alcune di queste anche se apparentemente poco importanti, in forme più o meno gravi possono causare effetti nocivi quanto le peggiori. La propria sopravvivenza da aggressioni dovrebbe essere svolta possibilmente nelle migliori condizioni psicofisiche, non di certo sotto i suddetti stati.

Nella seconda parte che seguirà ci saranno immagini molto interessanti.

Per maggiori informazioni sui sistemi utilizzati: http://www.mantisx.com/ref?id=111

https://www.gebim.it/poligoni/

http://www.tiroinnovativo.it/