Tiro notturno tra disinformazione, mito e realtà (parte 1)

Di Biagio De Santis (Istruttore, direttore di tiro, armaiolo inventore)

Quando i media parlano di difesa personale, spesso parlano di rapine in negozi, in abitazioni, assalti a porta valori. Per le rapine in casa e i furti, avvenendo solitamente in orari notturni, generalmente tra le 2 e le 4 del mattino, cioè quando il sonno è più profondo e le abitudini familiari in quelle ore sono normalmente dedicate al riposo.

Campo di tiro dinamico ricreativo in una rara gara con tiro notturno, con simulazione di illuminazione festività di fine anno.

Si parla quindi dell’uso delle armi in tiro notturno e anche dei problemi dovuti al sonno, buio, paura ancor più inattesa, ecc possano causare “eccessi” di difesa personale. Del resto appena svegliati si tende a reagire più d’istinto che con la ragione e comunque anche con la ragione, pensando ai pericoli che possono arrecare danno ai propri familiari fa reagire in maniera estremamente determinata quando si diventa prede o peggio ancora vittime o potenzialmente tali. Cosa del resto fatta da miliardi di anni da ogni specie animale e umana, tale sistema conservativo naturale funziona benissimo, qualunque predatore animale che umano sa che cacciando, predando, comunque violando il territorio altrui ma anche solo l’area di “sicurezza” individuale rischia di venire aggredito e forse anche ucciso o catturato e addirittura mangiato. Pare quindi non infantile ma peggio… sentire certi ragionamenti che non tengano conto di qeste cose.

Una fase di gara

Avere la freddezza di difendersi a norma di interpretazioni di legge e di vari orientamenti filosofici, poitici, culturali, ma anche psicologigi ma peggio ancora psichiatrici di chi poi ci può indagare, inquisire, giudicare e condannare o assolvere è roba più da reparti speciali di polizia, reparti scorte, di protezione, ecc che da persone comuni. E comunque anche uno di questi, se si ritrovasse in condizioni di dover agire o reagire in ambito personale e/o privato non rischierebbe la vita di un suo familiare per far contente le paturnie psicologiche e sociologiche dei suddetti, inclusi certi colleghi e comunque non si ritroverebbe ad agire in squadra con abili colleghi specializzati ma a casa con la famiglia…

La specializzazione alla difesa domestica notturna non è una cosa facile da pianificare e organizzare nemmeno se vivete in un alloggio di servizio in una caserma isolata, recintata, mura spesse, con armamento militare a disposizione, intendo mitra calibro 9mm, mitragliatrice 7,62mm, pistole, bombe a mano difensive e offensive, battle rifle 7,62 con tanto di granate da fucile, ecc e una decina di militari ai tuoi ordini pronti ad agire ma che dormono (forse) anche loro al piano inferiore… Lo so perchè queste erano le condizioni in cui vissi per i primi anni della mia vita quando vivevo con mio padre. Poi quando decise di non abitare più in caserma (diversi trasferimenti dopo) andammo a vivere in un condominio le cose peggiorarono anche perchè non poteva più contare sul fido mitra onnipresente nella camera da letto, ma in quanto promosso maresciallo dei carabinieri fu sostituito dalla sciabola (non affilata)!

Sarebbe inutile da dire, ma per certa stampa per ridurre la loro strumentalizzazione della verità al fine di ottenere sensazionalismo “spesso si deve anche giustificare l’ovvio”. Ma se si vuole fare una valida prevenzione ogni volta che si percepisce un pericolo o anche ad averne un dubbio si deve andare a controllare. I controlli possono essere visibili o invisibili, il primo fa più da prevenzione ma ci mette spesso a rischio, il secondo facilità l’accertamento, riduce i rischi e permette di metterci in potenziale condizione di vantaggio. Chi sa può avere molte scelte, chi non sa, non ne ha o ne ha poche. In pratica non si dorme quasi mai bene a vita.

Purtroppo la paura indotta dalla persecuzione nei confronti di chi si difende o difende è tale che ci sono stati diversi casi in cui gli scassinatori trovati all’opera di forzare una porta vetrata non si fermavano neanche dinanzi alla vista di un fucile calibro 12 puntato in faccia dal padrone di casa… Solo gli spari intimidatori pare sortiscano ancora effetti tra predatori a 2 e 4 gambe! Ma se quelli a 4 gambe di solito scappano, di certo non sparano a differenza di quelli a 2!

Alla fine di ogni esercizo le luci vengono ri accese, ma un minimo di luminosità c’è sempre e l’ufficiale di gara e gli assistenti hanno sempre delle potenti torce per illuminare il campo di tiro e il tiratore.

Da istruttore di tiro, con “1000” specializzazioni, tra cui anche la difesa e il tiro notturno anche per competizioni sportive posso dire che:

  • quasi nessuno si allena a sparare al buio o comunque in scarse condizioni di visibilità, quindi sparerà molto probabilmente male e sarà lento nel maneggio dell’arma;
  • quasi nessuno si allena a spostarsi al buio o comunque in scarse condizioni di visibilità in maniera tattica difensiva;
  • quasi nessuno ha mai sparato al buio e potrebbe rimanere sotto shock o comunque con minori capacità psicofisiche cognitive qualora lo faccia, a prescindere che abbia sparato nel vuoto, a salve, a qualcuno, ecc
  • la maggiore intensità di suono in caso di tiro in luogo chiuso causa un notevole aumento dei decibel e potenziale danno permanente al sistema uditivo. Ma anche di andare sotto shock, attacco di panico, paralisi da terrore, ecc
  • Poligoni e campi di tiro sono aperti nella quasi totalità in orari diurni proprio per l’illuminazione solare. Sparare al buio o in scarse condizioni di luminosità necessita di istuttori competenti, ma è molto difficile trovarli. Inoltre le autorizzazioni delle amministrazioni locali in genere non contemplano orari notturni per la inutilità della estensione oraraia alla notte e comunque anche quelli che lo sono fanno sparare solo con illuminazione artificiale SEMPRE ACCESA.
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