Silenziatori = novità dagli USA

di Biagio De Santis (istruttore di tiro e armaiolo abilitato)

Si pensa che gli Stati Uniti d’America siano il paradiso pergli appassionati d’armi, in teoria è così in molti stati grazie a leggi dello stato, di contea o addirittura comunali. Ma poi ci pensano le agenzie governative a rovinare tutto o quasi. Questo accade a torto o a ragione. Ma oggi non voglio entrare nel merito.

Oggi voglio parlarvi di silenziatori. Nei film sono stati spesso visti nelle mani di personaggi come killer spietati, più recentemente nelle armi di attori che interpretavano soldati regolari delle forze armate USA.

All’inizio degli anni 2000 partecipavo ad uno dei primi forum “chat” on-line “NG it hobby armi”. E li ma anche su altre chat/blog di alcune riviste armiere scrivevo del fatto che i silenziatori sarebbero stati utili in dotazione almeno di reparto alle forze armate militari, ma ne auspicavo una dotazione di massa di versioni a sgancio rapido. All’epoca mi ritrovai addirittura offeso da certi esperti che dicevano che a parte reparti speciali nessun soldato ne aveva realmente bisogno e che le mie erano follie!

All’epoca con la mia ditta, la “Hunter & Sniper” ero fornitore di forze armate, anche reparti speciali, specializzato nel settore sniper (cecchinaggio). Quindi studiai nuovamente il settore del silenziamento e della riduzione dei suoni, ma pur avendone qualifiche e titoli non avevo le apposite licenze perchè necessitavano di un certo investimento economico. Già da tempo avevo preferito dedicarmi alle protezioni acustiche e a sistemi elettronici di amplificazione dei suoni con autoriduzione dei rumori = le cuffie elettroniche! All’inizio con le costose Peltor -3M per impieghi militari da circa 400 €uro e anche di più, poi per il settore sportivo fui il primo in Italia a proporre in vendita cuffie elettroniche a 150 € e poi meno, portandone così a una maggiore diffusione del prodotto nel settore civile. Questi studi mi permisero di capire ancora di più quanto fosse deleterio il rumore da sparo in ambito militare che di polizia, ma anche per caccia e difesa abitativa, spari propri che altrui. Nel 2000 si interessò alla cosa anche la rivista Armi & Tiro con un articolo ma mai pubblicato ad opera del loro esperto giornalista Renzo Bertonati.

Partecipando a gare di soft air negli anni 90 giungendo ad essere anche rappresentante di un distributore nazionale ebbi modo di vedere i primi silenziatori applicati principalmente ad uso estetico soprattutto su repliche di fucili d’assalto, ma anche di pistole. E notai quanto fossero utili nonostante che il suono di sparo fosse di per se già basso.

Ma le guerre, quelle vere cambiano, il maggior impiego di truppe in aree urbane rendeva sempre più necessario la riduzione del suono di sparo per non rendere i soldati sordi. Dotarli tutti di cuffie o tappi elettronici era una cosa quasi utopistica da gestire salvo per le numericamente ridotte truppe d’elite e comunque in operazioni di breve durata. Addestramento, durata delle batterie, affidabilità in acqua, compatibilità con gli elmetti d’ordinanza (ad esempio il vecchio elmetto italiano non lo era con alcuna cuffia), tridimensionalità della percezione dei suoni, parti di ricambio, costi, ecc). C’era un ben noto raggruppamento di paracadutisti che volevano acquistarmeli ma il loro budget annuale poi non gli avrebbe consentito di acquistare apposite coperte termiche compatte, essendo nipote di un reduce di guerra che aveva avuto un piede congelato sulle montagne durante la campagna di Grecia fui io stesso a consigliargli di dare priorità alle coperte… L’idea era quella di dotarne solo uno o due per squadra, infatti si erano rivelate utilissime negli addestramenti, soprattutto per percepire in anticipo l’avvicinamento di veicoli anche da 1 a 3 minuti prima del normale. Inoltre a via di sentire spari ed esplosioni l’udito va a farsi benedire temporanemante, ma anche permanentemente. Anche se i più colpiti sono gli artiglieri, una granata nemica esplosa da vicino se non ti ammazza di certo ti rende quasi sordo. Quindi US Army in primis cominciarono ad adottare i silenziatori, mentre in ambito NATO già diversi eserciti avevano fornito cuffie elettroniche per le esercitazioni, ma anche dandone in dotazione soprattutto a reparti e addirittura a reggimenti interi ma di primo intervento e da sbarco.

Se sull’utilizzo delle protezioni acustiche elettroniche con amplificazione e smorzamento dei suoni possiamo elencare pro e contro. Nell’utilizzo dei silenziatori e moderatori di suono in ambito militare anche in dotazione di massa non si può più negarne l’utilità, a meno che non si sia un “ex appartenente al gruppo NG it hobby armi di inizio millenno” ;-). “NEMO PROPHETA PATRIA”.

La legalizzazione dei moderatori di suono/silenziatori in Italia è al di la dal venire. Una adeguata regolamentazione consentirebbe una migliore gestione della caccia, soprattutto quella di selezione. Dei poligoni di tiro a segno e campi di tiro a volo e dinamici. Basti vedere nella vicina Francia silenziatori montati anche su sovrapposti da tiro a volo. Molti poligoni e campi di tiro non dovrebbero chiudere, altri riaprirebbero. Ma si sa che queste aree sono sempre appetibili all’edilizia selvaggia e alle discariche!!! Quindi una normativa anche restrittiva e con molti vincoli sarà ancora osteggiata da interessi economici prevaricandone il bene pubblico!

Sempre nel suddetto “forum NG it hobby armi”, vi fu una discussione tra me e un noto magistrato (ora in pensione) sulla illegalità dei suddetti silenziatori. Ma sebbene in effetti ci fosse una “vacatio legis” che durò ancora per alcuni anni e all’epoca eravamo credo nel 2001/2005, lui affermava che era possibile detenerli che portarli e utilizzarli liberamente anche a caccia, mentre io dicevo che altri magistrati nel resto d’Italia mandavano a processo e facevano condannare per gli stessi capi di imputazione molti cittadini. Lui avrà avuto anche ragione, ma i condannati ci sono stati e sono andati in carcere oltre che a perdere soldi in spese legali, quasi sempre han dovuto chiudere le attività lavorative se attinenti al settore armiero, ma anche vendere altre attività e negozi non solo per cercare di essere difesi nel miglior modo possibile ma anche perchè poi si viene etichettati come produttori fornitori di silenziatori e armi a mafiosi, terroristi, killer, spacciatori, stupratori di vecchiette, ecc. Poco importa se ne avevano fatto uno per se o venduti ad amici e conoscenti cacciatori di frodo o tiratori che non avendo tempo e denaro per andare in poligoni lontani li usavano nella loro tenuta di campagna o addirittura in cantina in villa. Per la voce popolare saranno marcati a vita come mercanti d’armi e criminali. E che dire poi della stampa, mass media e social network? Crocefissione mediatica e storm shit… Oggi invece, grazie ad apposita legge, sebbene restrittiva non ci sono possibilità di interpretazione e i silenziatori/moderatori di suono sono consentiti solo per armi ad aria e gas compressi. Quindi nessuna arma da fuoco! Mentre in molte nazioni d’Europa e nel mondo se vai a caccia senza silenziatore ti denunciano, se in certi poligoni non usi il silenziatore o non spari o ti espellono. Questo anche perchè gli stessi ambientalisti locali sono contro l’inquinamento acustico… di ogni genere.

Intanto va sfatato che i silenziatori funzionano solo su munizioni che sparano proiettili a velocità sub soniche <330 ms. Funzionano anche se molto meno, ma quel tanto da ridurre il rumore di sparo di un soldato o gruppi di soldati all’interno di un locale chiuso o di un veicolo, affinche non diventino sordi o quasi. Inoltre il suono degli acufeni (fischio continuo) sono fastidiosi e trovarsi con un deficit uditivo in guerra è un pericolo mortale da evitare il più possibile, senza consederare che in vecchiaia i problemi aumentano.

Proiettili a velocità sub soniche. A caccia una cartuccia così lenta deve essere necessariamente precisa da consentire l’abbattimento con un solo colpo, ovvimente il primo. Va da se che questo riduce di molto l’interesse per i silenziatori da molti cacciatori di frodo perchè anche solo appostarsi abbastanza vicino per avere ancora abbastanza potenza si rischia di essere più facilmente scoperti dalle prede, questi comunque (i sopravvissuti) dotati di udito anche 10 volte superiore a quallo umano percepiscono lo sparo anche se silenziato e si danno alla fuga, così come anche il colpito se ferito anche mortalmente. Ciò da fastidio al bracconiere che poi di notte dovrà camminare e faticare maggiormente per recuperare le carni da vendere al mercato nero. Quindi alcuni preferiscono un colpo potente e non silenziato sperando di non essere individuati dai guardia caccia e forze di polizia.

In ambito militare il .300 Black Out è nata proprio per impieghi con il silenziatore data la balistica e la compatibilità col 5,56 NATO e il fucile d’ordinanza USA l’M4 in cui per convertire il calibro si deve sostituire solo la canna o meglio “l’upper receiver”. Il fallimento di questa cartuccia sia in ambito militare e soprattutto in ambito civile sia lecito che illecito la dice lunga sull’interesse reale ai silenziatori anche in Italia!

Inoltre le armi specifiche per l’uso di silenziatori sono molto costose, che siano nate per esse o modificate da un professionista, addirittura anche da raddoppiare il prezzo dell’arma, ma anche triplicarlo. Ma non è solo applicando un silenziatore che si riduce il suono. Inoltre se l’arma è semiautomatica deve essere ben collaudata soprattutto se è una carabina.

Tanti gli incidenti riferitimi da forze di polizia avvenuti a bracconieri, sparatori da cantina, ma anche da parte di criminali inclusi tra i cosidetti killer professionisti. Certi episodi risultavano essere anche comici, perchè i silenziatori non solo si devono saper costruire ma anche saper usare e fargli manutenzione e pulizia, molta pulizia. Incidenti spesso degni di essere assimilabili alle barzellette. Da fucili esplosi, canne a pezzi, silenziatori volanti, ecc, ecc. In certi casi forse è proprio vero che sarebbe stato meglio utilizzare una fionda…

Ma torniamo agli “STATES”, l’agenzia federale ATF (nota anche come BATF) ha di recente inviato lettere ad un certo numero di cittadini statunitensi che hanno acquistato dei freni di bocca di una cerca marca e per alcuni modelli che oggi l’ATF considera componenti di silenziatori/moderatori di suono. Quindi chi non è autorizzato al possesso dei silenziatori non può detenere neanche componenti essenziali che con poco possono venir resi efficienti. Questa lettera di invitò chiede che i riceventi si liberino di queste cose entro un mese, diversamente rischiano pene fino a 10 anni di carcere e 10.000 $ di multa!

La cosa tragica ma anche comica è che certi nemmeno si ricordano di averli acquistati, perchè magari li hanno comprati su siti internet assieme a migliaia di altre cose di libera vendita. Oppure li hanno smarriti nel garage da 200 mq o nel ranch di 400 acri, a caccia, in poligono, regalati a conoscenti, rivenduti online, ecc o si sono trasferiti molte volte, ecc. Del resto non sapevano che fossero prodotti che in futuro sarebbero stati considerati soggetti a normative. Però sono tutti potenziali “arrestati” dall’ATF, perchè quando faranno una perquisizione ai sospetti, potrebbero ritrovare quello che magari per un mese si è cercato anche togliendo le mattonelle e se non lo si trova il proprietario dovrà comunque darne giustificazione.

Il maggior esempio di casi similari è avvenuto circa 10 anni fa e ne scrissi su social network, quando SIG per trasformare una piccola carabina ma dalle dimensioni “legali” per essere considerata pistola in carabina saldò alla stessa un particolare freno di bocca per allungarla che poi però era di fatto il componente interno principale di un silenziatore da loro stessi prodotto (non di libera vendita) a cui bastava solo applicare una copertura esterna a tubo per farlo diventare effettivamente un silenziatore a tutti gli effetti, anche un tubo da idraulica andava bene. La ditta voleva economizzare al posto di creare un nuovo prodotto. Quindi l’ATF non ha fatto altro che chiedere le fatture ai venditori di questi specifici prodotti per poi inviare ai diretti interessati questo grave avviso. In pratica hanno solo fatto copia incolla a fatture.

Quì si tratta non di violazione delle leggi, ma di elusione inconsapevole delle leggi. Siccome in Italia basta avere un progetto di silenziatore sul computer, due tubi ad hoc e delle rondelle in teflon in cantina per andare a processo. Questo articolo vuole avvisare tutti di stare attenti, soprattutto perchè in mancanza anche in Italia di personale specializzato come gli agenti dell’ATF (appositamente formati professionalmente per lavorare nel settore armiero), potrebbe diventare facile venire arrestati per un silenziatore da soft air con cui giocava vostro figlio (se usato su un arma da fuoco verrebbe distrutto al primo sparo), tubi e raccordi filettati in garage, rondelle in teflon, tubi da idraulica, bottiglie di plastica, filtri dell’olio, il fustino del detersivo pieno di stracci o spugne (così arrestano pure le nonne), lattine vuote di alluminio, ecc. Poi quando vi porteranno in caserma o in commissariato troverete anche li tante cose di uso comune tra mobilio, elettrodomestici, bibite, il materassino in cella, addirittura il rotolo di carta igienica che teoricamente e potenzialmente potrebbero anche loro usare come silenziatori e/o loro componenti per le armi di servizio, eppure non ne avrebbero in dotazione e pertando dovrebbero autodenunciarsi?

In pratica si potrebbero realizzare silenziatori e moderatori di suono in miliardi di modi. Non solo trovando componenti adattabili in negozi come ferramente, autoricambi, ma anche in farmacie, supermercati, concessionari auto e moto e a quel che mi dicono anche in sexy shop…

In realtà siamo circondati da silenziatori e componenti anche in natura. Per non cadere nel ridicolo, secondo me i nostri tutori dell’ordine, come l’ATF si dovrebbero rivolgere solo a accessori prodotti in serie destinati al settore armi, come in questo caso, che solo a seguito di attenta analisi si possono dimostrare parti essenziali di accessori per cui necessiti apposita autorizzazione e requisiti. Dopo di che invitare i proprietari a disfarsene o inertizzarli o farli modificare da professionisti autorizzati in maniera da poterli continuare a detenere o usare.

In Italia occorre una apposita qualifica, locali, licenza per produrre e/o vendere silenziatori e affini (sono assimilati a materiali d’armamento militare) ovviamente nel fiorente mercato estero ad acquirenti verificati e autorizzati a cui comunque di volta in volta si viene autorizzati alla esportazione solo dopo una corposa prassi burocratica. Diversamente può solo fornire le nostre forze armate e non vi sto ad elencare i requisiti necessari. Questo a maggiore dimostrazione che in Italia salvo chi ne ha avuto titolo per costruzione o apposita licenza può averli, in pratica quasi nessuno! Per usarli se non dispongono di poligono interno devono chiedere un altra apposita autorizzazione al trasporto e all’uso in apposita area.

Nb. Ho volutamente preferito non pubblicare immagini di silenziatori e componenti, ne fare specifici riferimenti per evitare che qualche malintenzionato cerchi di procurarsi qualche eventuale rimanenza in giacenza chi sa nel mondo o che cerchi di copiare l’interno di un silenziatore tipo quelli in oggetto.